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foto art 18 03 2022COMUNICATO STAMPA DEL 18.03.2022

Garante dei detenuti e “Libera contro le mafie” nelle carceri campane: giornata conclusiva a Santa Maria Capua Vetere. Il Garante Ciambriello: «Parlare di crimine organizzato e vittime di mafia per non restare indifferenti».

Si è concluso oggi, con l’iniziativa organizzata nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, il ciclo di incontri nelle carceri campane, promosso dal Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, e dall’associazione “Libera contro le mafie”, presieduta da Don Ciotti, in vista della Giornata nazionale dell’impegno e della memoria delle vittime innocenti di mafia, in programma a Napoli il prossimo lunedì.

Nella chiesta dell’istituto di pena, hanno partecipato all’incontro la Direttrice, Donatella Rotundo, il Garante dei detenuti campano, Samuele Ciambriello, il Senatore Sandro Ruotolo, la referente “Libera Caserta”, Marilù D’Angelo, oltre che Marzia Caccioppoli e Bruno Vallefuoco, familiari di vittime innocenti di Camorra e una delegazione di studenti e docenti dell’Istituto tecnico “Leonardo Da Vinci” di Santa Maria Capua Vetere. A prendere per prima la parola è stata la Direttrice dell’istituto penitenziario, leggendo un passo del libro ‘Ali bruciate. I bambini di Scampia’, scritto da un ex detenuto da lei conosciuto diversi anni fa. La lettura ha anticipato una sua riflessione sul concetto di malavita e criminalità organizzata.

Il Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello ha sottolineato «come il 21 marzo, giorno di inizio della primavera, rappresenti anche il risveglio della verità e della giustizia sociale. In Italia su 1040 vittime innocenti di mafie, metà sono campane. È importante parlare di criminalità organizzata e ricordare le vittime innocenti per non restare indifferenti. L’indifferenza è un proiettile che uccide più di un’arma».

Toccante la testimonianza di Bruno Vallefuoco, padre di Alberto, ucciso erroneamente nel 1998 dalla Camorra, mentre insieme a due colleghi si recava ad un corso di formazione. «La parola legalità andrebbe sostituita con responsabilità e corresponsabilità – ha affermato – La sentenza, anche se dura, non mi ridarà indietro mio figlio. Nel vocabolario troviamo solo le parole orfano e vedovo, mentre non esiste un termine che indichi lo status di genitore che perde un figlio».

Incisivo anche il racconto di Marzia Caccioppoli, mamma di Antonio, bimbo di 9 anni morto per una malattia causata dalle tossicità nella c.d. Terra dei fuochi. «Sono dieci anni che combatto con don Maurizio Patriciello per la salvaguardia del futuro dei giovani. Antonio, ad ottobre scorso, avrebbe compiuto 18 anni e per una madre di figlio unico è un dolore inspiegabile».

È costante l’impegno di Marilù D’Angelo, referente di “Libera Caserta”, che ha raccontato la sua esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata, anticipando qualcosa di ciò che avverrà nella giornata della Legalità del 21 marzo.

Poco prima della conclusione dell’incontro, un detenuto ha chiesto di parlare, ponendo diversi interrogativi ai presenti sul tema della rieducazione del condannato, fondamentale per trovare opportunità di lavoro e vivere secondo legalità, una volta uscito dal carcere.

A concludere è stato il senatore Sandro Ruotolo. Le sue parole suonano come un appello alle coscienze: «Non c’è futuro per chi sceglie la vita del crimine organizzato. La cultura rende liberi e, se volete essere liberi, dovete dire di no alla criminalità organizzata, perché in caso contrario si è solo sudditi. Sareste senza sogni, ma ognuno ha il diritto di sognare».

Il carcere di Santa Maria Capua Vetere ospita 798 detenuti, di cui 165 stranieri e 52 donne, tutte con reati associativi.

profCOMUNICATO STAMPA DEL 22/02/2022

 
Suicidi nelle carceri: il garante campano dei detenuti Ciambriello: “L’anno scorso nella nostra regione 7 suicidi, 159 tentativi. Il primo suicidio quest’anno a Salerno, Arben, 27 anni. Si continua a morire in carcere e di carcere”
 
“L’anno scorso nella nostra regione 7 suicidi, 159 tentativi. Non c’è stata una strage per il pronto intervento degli agenti di polizia penitenziaria. Il primo suicidio in Campania, Arben a Salerno, 27 anni, più altri due detenuti deceduti, uno nel carcere di Poggioreale ed uno nel carcere di Salerno, per cause ancora da accertarsi. Insomma si continua a morire in carcere e di carcere”.
 
Così si è espresso il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello, invitato a Mattina Live, su Canale 8, per discutere in generale sul pianeta carcere tra luci e ombre al tempo del Covid.
 
“In questi ultimi 10 anni una sola volta a Benevento si è suicidato un ragazzo malato di mente condannato all’ergastolo. Non si suicidano coloro che devono scontare 10-20 anni, ma coloro che devono uscire dopo un anno, due anni. C’è un protocollo sul sistema suicidario, ma una persona viene arrestata e portata in carcere. Il primo giorno incontra il medico, lo psicologo e un educatore. Successivamente queste figure socio-sanitarie le vede con il binocolo. Se non hai un front Office con psicologi, assistenti sociali, educatori, ma solo con l’agente di polizia penitenziaria, con chi parli?”. Così il Garante Campano dei detenuti.
In Italia vi sono 54000 detenuti, 6702 solo in Campania di cui 310 donne, 887 stranieri e 153 detenuti in semilibertà. Preme sottolineare che solo nel carcere di Poggioreale sono presenti 2229 detenuti. Inoltre un’altra questione fondamentale è la mancanza di personale penitenziario: dovrebbero esserci 400 educatori in tutta Italia, ma ne sono presenti la metà. Fortunatamente per quanto concerne gli psicologi, in questa settimana, il provveditorato campano d’intesa con il ministero ha fatto entrare a Poggioreale 15 psicologi e 5 a Secondigliano.
 
La soluzione per il Garante resta “Investire nella prevenzione” e “creare luoghi alternativi al carcere” e “ripartire dai minori, adolescenti a metà, per cambiare il volto di una città”. L’appello del Garante dei diritti carcerari, considerando che 173000 ragazzi a Napoli hanno meno di 18 anni. Continua il Garante: “Che facciamo per loro, per asili nido, per l’evasione scolastica, attività sportive pubbliche, sostegno relazionale?”. Questi numeri sono rilevanti analizzando anche il numero di minori ristretti negli IPM: nell’istituto penale di Nisida ci sono 39 ragazzi, nell’IMP di Airola 25 ragazzi. In tutta Italia 328 ragazzi in 17 carceri. “C’è la visione carcero-centrica da quando sei piccolo”.
“Il carcere è diventato una discarica sociale per la politica. La politica non si occupa di carcere, pensa al consenso delle persone. Dovrebbe al senso della propria presenza. La soluzione potrebbe essere decreto svuota carceri, più figure sociali, la qualità della pena, tutela della salute, misure alternative al carcere”. Così ha concluso il Garante durante la sua intervista.
 

09/02/2022 L’appello del garante Samuele Ciambriello: “Subito un decreto ristori per i detenuti, più personale nelle carceri, tutela della salute, territorialità della pena. La politica si svegli!”.

 
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Articolo su CRONACHE DI NAPOLI del 10/02/2022 - Liberare i Minori ed educare gli adulti
 

Napoli 25/01/2022 - Sit-in dei parenti dei detenuti del carcere di Poggioreale a Napoli dove, è l'allarme che lanciano, il sovraffollamento delle celle favorisce i casi di contagio da Covid.

 
Ad affiancare la protesta il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello e quello di Napoli, Pietro Ioia . Con loro anche Rita Bernardini esponente del Partito Radicale.
 
Contagiati detenuti e agenti
 “I detenuti contagiati oggi a Poggioreale sono 153 - rende noto Ciambriello - ai quali bisogna aggiungere 46 agenti di polizia penitenziaria. Per due detenuti è stato necessario il ricovero in ospedale mentre i detenuti contagiati in tutta la Campania sono 482 e 183 sono gli agenti”. Fuori dal carcere è stato esposto anche uno striscione contro le violenze avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e per chiedere il diritto alla salute per tutti i detenuti.
“Covid e carcere creano insicurezza e il sovraffollamento che registriamo a Poggioreale, con detenuti che continuano ad arrivare anche da fuori regione, non fa che peggiorare la situazione. Chiediamo - aggiunge Ciambriello - che il ministro provveda al più presto ad un decreto svuota carceri magari a partire dall'aumento dai giorni previsti per la scarcerazione anticipata”.
Visite interrotte
Molti dei parenti giunti per incontrare i detenuti hanno appreso solo all'ingresso che il loro congiunto era contagiato o in isolamento. “Le lamentele di mogli, figlie e mamme - conclude il garante - sono del tutto legittime. Bisogna pensare ad una migliore informazione magari aprendo uno sportello telematico di informazione facendo il più possibile ricorso alle videochiamate”.
La testimonianza
"Hanno sbagliato e stanno pagando il loro errore - precisa Maria una ragazza venuta a visitare suo padre - ma la pena non sia castigo. A mio padre e a tutti i detenuti va comunque garantito il diritto alla salute. Questo virus ci sta mettendo in ginocchio. Il sistema carcerario e anche la mancanza di personale fa aumentare il tempo che i detenuti sono costretti a passare in celle sovraffollate dove il distanziamento non esiste. Oggi siamo qui per chiedere alla ministra Cartabia di fare presto e di pensare a pene alternative per chi ha da scontare pene minime. Poggioreale - conclude - è una polveriera che prima o poi potrebbe esplodere”.
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decretoComunicazione del Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello in merito alle misure urgenti per fronteggiare l’emergenza Covid 19: “ Dal giorno 20 gennaio 2022, per poter effettuare i colloqui con i detenuti, sarà necessario disporre di un green pass valido”

 
Il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello comunica che al punto C dell’articolo 3 del decreto del 7 gennaio 2022, in tema di “Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore. (22G00002) (GU Serie Generale n.4 del 07-01-2022)” si evince che “Dal giorno 20 gennaio 2022 e fino al 31 marzo 2022, è consentito esclusivamente ai soggetti in possesso di una delle certificazioni verdi Covid 19, di cui all’art 9 comma 2, l’accesso ai seguenti servizi e attività, nell’ambito del territorio nazionale: C) colloqui visivi in presenza con i detenuti e gli internati, all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori” Il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello semplifica così: “Per accedere ai colloqui con i detenuti, dunque, sarà necessario un green passo valido, con l’obbligo, finora non previsto, di essere vaccinati, guariti o in possesso dell’esito di un tampone negativo. La pandemia ha riportato alla luce non solo problematicità cronicizzate del pianeta carcere, ma soprattutto ha delineato nuove forme di incertezza, in termini di normative e in termini di diritti acquisiti dalle persone ristrette ”
foto art 04 01 2022
 

art 03 01 202201/01/2022 Carceri. Primo suicidio in carcere, a Salerno

 
Il Garante campano Ciambriello: "Persistono problematicità cronicizzate del sistema carcere."
 
"Ahmeti si è suicidato stanotte nel carcere di Salerno. Aveva compito 28 anni recentemente. Il suo fine pena era a settembre del 2023. Ogni crisi è una scommessa, ma questa al tempo del Covid, non è stata colta dalla politica per avviare un processo di necessarie innovazioni, in termini di gestione, organizzazione ed inclusione sociale negli Istituti Penitenziari. La Pandemia ha riportato alla luce non solo problematicità cronicizzate del pianeta carcere, , ma soprattutto ha delineato nuove forme di incertezza, in termini di normative e in termini di diritti acquisiti dalle persone ristrette", la dichiara Samuele Ciambriello, garante campano dei detenuti, dopo il primo suicidio nelle carceri italiane avvenuto nel carcere salernitano di Fuorni. Il giovane albanese che si è tolto la vita faceva regolarmente le videochiamate con il papà ed era ristretto nel reparto prima sezione, secondo piano, ricorda il garante Ciambriello che così conclude la sua dichiarazione "Un reparto dove lo scorso anno il 7 marzo iniziarono le proteste nelle carceri italiane dopo che erano state sospese visite, permessi, lavoro e relazioni con il mondo del volontariato. Abbiamo bisogno di interventi rapidi sul sistema carcere per ridurre ansia e solitudine, di migliorare i temi della salute, incrementare le misure alternative al carcere. Non si può continuare a morire di carcere ed in carcere."

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