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1683022364659COMUNICATO STAMPA del 02/05/2023

 

FARE LA DIFFERENZA: DONNE, MADRI E CARCERE. QUALI ALTERNATIVE?

 
Viaggio nella detenzione al femminile: mostre, dibattiti, visite nelle carceri (dal 3 maggio al 15 maggio)
 
Il primo rapporto sulle donne detenute in Italia dichiara 2.392 le donne presenti negli Istituti penitenziari italiani al 31 gennaio 2023, di cui 15 madri con 17 figli al seguito. In Campania ci sono 333 donne detenute di cui 11 con 13 figli presenti nell'Istituto per detenute madri di Lauro (AV).
Viaggio nella detenzione al femminile: mostre, dibattiti, visite nelle carceri (dal 3 maggio al 14 maggio), promosso dal Garante campano delle persone private della libertà personale. Il primo appuntamento è Mercoledì 3 maggio ore 10.30 per l’inaugurazione presso il Consiglio regionale della Campania (isola F 13 centro direzionale di Napoli) della mostra fotografica "Senza Colpe" di Anna Catalano, che racconta la vita che i bambini in Italia vivono con le proprie madri negli Istituti a carcerazione attenuata per madri-ICAM. Inaugurano la mostra il Presidente del Consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero, il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello, il pediatra Paolo Siani e la curatrice della mostra Anna Catalano.
Il Garante Ciambriello ha dichiarato: "Con queste iniziative vogliamo far conoscere l'universo carcerario al femminile, le storie, le criticità, le buone prassi nelle sezioni femminili e la possibilità che non ci siano più bambini in carcere. Una serie di atteggiamenti sta rilanciando lo stigma della ‘cattiva madre’ che poggia sull’archetipo patriarcale della donna ‘doppiamente colpevole’: infrangendo la legge, queste donne hanno ‘tradito’ la ‘natura femminile’, sono venute meno alla ‘missione’ di madre."
La mostra resterà aperta al pubblico dal 3 al 15 maggio ogni mattina, eccetto i festivi e i prefestivi.
 

 

Relazione secondo semestre 2022

 

 

Relazione primo semestre 2022

 

 

INVITO PRESENTAZIONE SECONDA RELAZIONE SEMESTRALE ANNO 2022

 

IMG 20230408 WA0001COMUNICATO STAMPA

 
Visita del Garante Campano dei detenuti al carcere minorile di Airola
 
Napoli, 08/04/2023 - In mattinata il Garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittive della libertà, Samuele Ciambriello, è stato in visita all’Istituto Penale per minorenni di Airola portando in dono pastiere e dolci tipici della festività pasquale.
Ha incontrato 22 ospiti, altri ragazzi erano in permesso.
Così ha dichiarato il Garante all’uscita dall’Ipm: “Gli istituti penali per minorenni, compreso Airola, vivono una precarietà e lo Stato deve garantire un futuro per questi ragazzi a metà, un futuro da cittadini che si devono nutrire non di pane e illegalità ma di diritti e responsabilità, doveri e felicità. Il carcere minorile di Airola presenta una struttura fatiscente, dove continua a mancare l’acqua calda e il riscaldamento, alcuni locali non sono idonei,non è l’ideale per vivere in modo accogliente.
Nell’IPM di Airola sono previsti, in pianta stabile, 40 agenti penitenziari, un folto numero di educatori e una psicologa. Mancano con presenza costante sia i mediatori linguistici che uno psichiatra, mancano anche pedagogisti che seguono all’esterno i giovani lavoranti."
 

IMG 20230406 WA0027COMUNICATO STAMPA


Pranzo pasquale presso l’Istituto a Custodia Attenuata per detenute madri di Lauro.
 
Napoli, 07/04/2023 - Il Garante Ciambriello: “Madri e detenute è un ossimoro, una contraddizione”
“Dobbiamo tutelare i bambini che durante l’età infantile - fase decisiva per il loro sviluppo psicofisico - sono costretti a vivere in un carcere.
I minori incontrati oggi, insieme alle loro mamme, presso l’Istituto a Custodia Attenuata per detenute madri di Lauro, potrebbero sviluppare diverse difficoltà, tra le quali, la gestione delle emozioni, un senso di inadeguatezza e forma di aggressività dovute alla permanenza in un luogo chiuso, alla mancanza di attività ludiche e ricreative, all’assenza di stimoli, nonché allo scarso sviluppo di relazioni interpersonali”, così dichiara Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, all’uscita dal carcere situato in provincia di Avellino.
Nell’ICAM, che ospita 10 donne e 11 bambini, si è tenuto quest’oggi il pranzo pasquale nella festività del giovedì santo organizzato dal Garante.
Il menù prevedeva un antipasto composto da casatiello, salumi, formaggi, pizza di scarole, gnocchi alla sorrentina e per finire pastiera, graffe e le uova di cioccolato per regalare un sorriso ai bambini.
Erano presenti, oltre alle volontarie e allo Staff del Garante, anche il consigliere regionale della Campania Diego Venanzoni.
In tutta Italia sono 24 i bambini costretti a trascorrere la loro vita in Istituto penitenziario insieme alle madri detenute.
Infine, Ciambriello avanza una richiesta alle Istituzioni: “Questo Istituto ha bisogno di un pediatra a tempo pieno, di un incremento del personale e di agenti di polizia penitenziaria donne, nonché di promuovere attività ludiche per i bambini all’esterno del carcere”.
La direttrice dell’ICAM di Lauro, Concetta Felaco, ha dichiarato: “Rivolgo un vivo apprezzamento all’iniziativa promossa dal Garante Regionale, sempre attento e vicino ai bisogni di una realtà particolare come quella dell’ICAM di Lauro. La presenza dei bambini in tenera età che condividono la situazione penitenziaria della propria madre è senza dubbio uno degli aspetti più complessi e difficili di questa peculiare forma di gestione che deve focalizzarsi sulla prioritaria necessità di salvaguardare il loro benessere psicologico. Bisognerebbe, altresì, focalizzarsi sulle loro esigenze di crescita e formazione, in un contesto che si cerca di rendere il più confortevole e con il minor impatto possibile con la realtà del carcere”.
 

Tenuta stamattina la conferenza stampa di presentazione del protocollo d’intesa tra il Carcere di Benevento, la Rete “Sale della Terra” e il Garante Campano dei Detenuti

 
Napoli, 31/03/2023 - L’obiettivo condiviso è di cambiare la visione del mondo carcerario riducendo la distanza tra detenuti e società esterna, attraverso la collaborazione tra carcere e associazioni, finalizzate al reinserimento delle persone in misura alternativa alla detenzione. Angelo Moretti ha affermato la necessità di creare le condizioni affinché la città si prenda cura della pena e la disponibilità della Rete Sale della Terra di porsi come ponte tra carcere e società esterna. Secondo il Direttore del Carcere di Benevento il protocollo d’intesa è un’ottima occasione per rafforzare la collaborazione in atto e fornire possibilità di reinserimento socio-lavorativo per i detenuti.
«Oggi siamo qui per continuare l’opera che meritoriamente abbiamo intrapreso sia con il Garante dei Detenuti, Samuele Ciambriello, sia con tutte le associazioni e gli enti di Benevento, cioè quella di rompere o, perlomeno, attenuare la separatezza tra il carcere e la società – ha dichiarato il Direttore della Casa Circondariale di Benevento, Gianfranco Marcello, nel corso della Conferenza Stampa odierna presso la Casa Circondariale di Benevento - Senza la società esterna sostanzialmente il carcere perde la propria funzione: noi siamo qui per fare un servizio alla società e quindi questo impegno delle associazioni è basilare.
In questo senso è davvero meritorio l’impegno pluri-decennale della Rete “Sale della Terra”, che è stata sempre vicina al carcere di Benevento e alle persone detenute.
Il protocollo che oggi firmiamo è un protocollo quadro, che va da una collaborazione generale con l’istituzione ma è anche finalizzato, laddove si siano detenuti meritevoli di misura alternativa, per l’inserimento lavorativo presso la Rete “Sale della Terra”».
«Dal 2003 siamo attivi come Rete, prima di nascere come Consorzio – le parole di Angelo Moretti, Presidente della Rete “Sale della Terra” - per la presa in carico personalizzata delle persone in misure detentive ed in misure alternative. È giusto ricordare, infatti, che la nostra prima collaborazione avvenne grazie all’istituzione del CSSA - Centro Servizi Sociali per Adulti - diretto dalla dottoressa Marisa Bocchino, poi divenuto UEPE - Ufficio Esecuzione Penale Esterna - con cui ancora oggi ci interfacciamo stabilmente per le progettazioni personalizzate. Con questo protocollo firmiamo la continuità, l’impegno a continuare il nostro lavoro di sempre e a consolidare la nostra idea che il muro di cinta tra carcere e città debba essere il più basso possibile.
Dobbiamo creare le condizioni affinché la città si prenda cura della pena, e per ogni persona che entra nel carcere la città deve pensare cosa si può fare sia per il dopo, per costruire l’inclusione sociale successivamente alla misura detentiva, sia durante la pena, prendendo in carico la persona in misure detentiva. In questo Sale della Terra c’è sempre stata e continuerà ad esserci».
Il Garante Campano dei Detenuti, Samuele Ciambriello, ha rivendicato i risultati raggiunti nell’ambito delle misure alternative e rilanciato la necessità di una nuova visione della pena: «Sono molti i casi di persone detenute che hanno effettuato percorsi di reinserimento socio-lavorativo successo negli ultimi anni. L’obiettivo è sì di creare inclusione sociale, ma non solo: la gente che circonda il carcere deve cambiare lo sguardo e l’idea di cos’è il carcere. Sono occasioni importanti in cui chiediamo anche agli stessi detenuti di darci una speranza. A breve verrà pubblicato un nuovo bando della regione che sta uscendo sulle borse lavoro, oltre a laboratori di formazione negli istituti penitenziari.
Lancio una proposta ai comuni della zona: un bando della Regione Campania, per lavori di pubblica utilità con un piccolo contributo per i detenuti, è in procinto di essere pubblicato: ci auguriamo che, a partire dal Comune di Benevento, ci siano tanti enti locali che prendano in carico queste persone per includerli socialmente».
Ha concluso gli interventi Adele Caporaso, coordinatrice dell’area penale della Rete “Sale della Terra” e Responsabile della Piattaforma Libertà Partecipate: «È un onore per me portare avanti questo impegno, diventata con il tempo anche una passione. Oggi andiamo a confermare quella continuità che c’è da diversi anni tra il carcere e Sale della Terra, con la supervisione del Garante Campano dei Detenuti, che si concretizza in quel lavoro che portiamo avanti, che definirei come missione, di reinserire con più facilita i detenuti nel mondo del sociale. La giornata di oggi rappresenta un’occasione per rincontrarsi, guardarci negli occhi e capire che stiamo andando nella giusta direzione».
 
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FOTO AVERSACOMUNICATO STAMPA del 22/03/2023

 
Il Garante Campano in visita al Carcere ad Aversa
 
Ciambriello: “la casa lavoro va superata”
 
Il Garante Regionale Campano dei diritti delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello, nell’esercizio delle sue funzioni, si è recato in visita alla Casa di Reclusione di Aversa – F. Saporito –
 
Nel corso della visita ha avuto un colloquio con i detenuti che hanno usufruito delle borse lavoro per lo svolgimento di due laboratori finanziati dalla Regione Campania, dall’Ufficio del Garante e da Cassa delle Ammende, rispettivamente un laboratorio di giardinaggio ed uno sulla genitorialità, tenuti dalla Cooperativa Amira.
 
Successivamente, il Garante, unitamente a due sue collaboratrici, ha assistito agli esami di due detenuti, che hanno aderito, in qualità di archivisti, al progetto di recupero e catalogazione dell’Archivio Storico dell’ex OPG di Aversa, promosso anch’esso dall’Ufficio del Garante e realizzato dalla Fondazione -Giambattista Vico-.
 
Il Garante ha fatto colloqui individuali con alcuni detenuti, per poi raggiungere le due sezioni della Casa Lavoro, che ospita complessivamente 60 detenuti affetti da patologie psichiatriche, anche gravi.
 
All’uscita dal carcere, Ciambriello chiosa: «Ritengo che siano da incrementare in tutti gli Istituti le attività di laboratorio e le attività culturali, ricreative, nonché i percorsi didattici formativi con finalità di risocializzazione dei detenuti, anche e soprattutto per evitare che i detenuti trascorrano l’intera giornata del periodo detentivo all’insegna della noia, della passività, del non far nulla. Le Case Lavoro messe su dal Ministro Rocco nel 1930 vanno superate perché non sono né casa e né offrono lavoro. Sono detenuti come tutti gli altri, perché non è praticata la custodia attenuata. Molti sono affetti da una sofferenza psichica grave; per questi detenuti, così come per tutti gli altri dell’intero carcere, vi è un unico psichiatra, presente con cadenza quindicinale. Si devono assolutamente aumentare le figure professionali di riferimento di pedagogisti, di assistenti sociali, di psicologi e di psichiatri ed assicurare una presenza di questi professionisti in modo più costante».
 

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