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WhatsApp Image 2021 10 14 at 14.51.0113.10.2021 VISITA DEL GARANTE DEI DETENUTI CIAMBRIELLO All’ UIEPE DI NAPOLI.  L’AREA PENALE ESTERNA IN CAMPANIA CONTA 14952 PERSONE

 
“Il settore della esecuzione penale esterna è un settore estremante complesso ed ampio e su cui sembra che anche la Ministra voglia maggiormente investire anche perché tutti gli studi confortano nella convinzione che i percorsi - se seri e ben strutturati - fuori dal carcere sono più sicuri e incoraggianti. L’ufficio di Napoli ha problemi antichi e radicali: primo fra tutti, la sede inadeguata per poter far lavorare tutti gli operatori ed accogliere con dignità gli utenti, la carenza di personale – soprattutto nei ruoli amministrativi e di assistenti sociali, ed una mole di arretrati che si è determinata per molteplici fattori soprattutto legati agli avvenimenti degli ultimi anni. Agli Uffici di Napoli il personale amministrativo è esiguo, molti dipendenti sono andati in quiescenza e non sono stati sostituiti, si sono creati carichi di lavoro arretrati nella segreteria tecnica, in cui al momento lavorano solo tre operatori, il disagio per gli operatori stessi e per l’utenza è notevole” così Samuele Ciambriello, garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Campania durante l’ incontro con la nuova Direttrice dell’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna di Napoli Claudia Nannola, insieme a parte dello staff. Il totale dei soggetti presi in carico dagli UEPE, a livello nazionale, alla data del 31 dicembre 2020, risulta essere di 103.172, di cui alternative e sanzioni di comunità e 43015 per indagini e consulenze. In Campania i numeri risultano essere cospicui a testimonianza del ruolo fondamentale degli UEPE nel processo di decongestionamento delle carceri mediante un processo rieducativo che orienta e guida gli autori di reato all’interno della comunità. Il totale dei soggetti presi in carico dagli UEPE campani è di 14952, di cui 8426 soggetti per le misure alternative e le sanzioni di comunità e 6626 per indagini e consulenze, dei quali 7930 a Napoli e provincia. La Direttrice Nannola, nel corso della riunione ha dichiarato: “ Consapevoli che gli obiettivi sono comuni, le difficoltà sono numerose e che i ruoli istituzionali sono diversi ma dialoganti e tesi alla ricerca di percorsi costruttivi e proficui, si è fiduciosi di ritrovare, anche nella speranza di uscire dal momento più difficile della pandemia, nuove strade più incoraggianti. In questi mesi, è in corso un processo di riorganizzazione dello ufficio con una più razionale gestione delle risorse umane e con l’individuazione di modelli organizzativi più evoluti e più efficienti. Naturalmente, nessun modello per quanto ben organizzato può supplire alla mancanza della risorsa umana” Anche la Direzione generale del dipartimento dei minori e di comunità si sta mobilitando per cercare di dare delle risposte agli atavici problemi dell’ UIEPE di Napoli. “Messa alla prova e affidamento al servizio sociale appaiono oggi strumenti decisivi non solo per rieducare i reclusi ma anche per cercare di alleggerire il sovraffollamento carcerario. Basti pensare, a riprova di ciò, che a livello nazionale i soggetti in carico per messa alla prova sono in totale circa 18000 a fronte dei quali 1772 in Campania” così conclude Ciambriello al termine dell’incontro.

art 05 10 202102.10.2021 AMMINISTRATIVE IN CAMPANIA. SOLO DUE DETENUTI HANNO CHIESTO DI ESERCITARE IL LORO DIRITTO AL VOTO

 
IL GARANTE CIAMBRIELLO: "DISINTERESSE VERSO LA POLITICA,POCA INFORMAZIONE E COMPLESSITA' DELLE PROCEDURE."
 
"Solo due detenuti del carcere di Poggioreale hanno chiesto di esercitare il loro diritto al voto anche se imputati. Nessun detenuto a Benevento, Santa Maria Capua Vetere e Salerno. Alle ultime regionali erano stati 48 votanti, mentre alle ultime politiche furono 120.Cresce un disinteresse verso la politica che per certi versi ha rimosso il carcere, anche in questa sofferenza pandemica. E' necessario fornire ai detenuti gli strumenti per votare in maniera seria e consapevole. ", così il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello nel comunicare all'opinione pubblica i dati dei detenuti campani che hanno fatto richiesta di votare per le prossime amministrative del 3 e 4 ottobre. Nel nostro ordinamento, l’art. 48 Cost. riconosce il diritto all’elettorato attivo e ne prevede i limiti nell’incapacità civile, per effetto di sentenza penale irrevocabile e nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
 
Il garante Ciambriello così conclude:" i detenuti sono poco informati sui loro diritti e le modalità di come esercitarli, i politici pur avendo la prerogativa di entrare in carcere non lo fanno. C'è il populismo penale che si coniuga con quello politico e poi la procedura per votare è infatti estremamente tortuosa. Gli artt. 8 e 9 della L. 23 aprile 1976, n. 136, prevedono la costituzione di un seggio elettorale speciale nel luogo di detenzione. È previsto un onere importante per i detenuti che intendono votare: questi, con il tramite dell’Ufficio Matricola del carcere, non oltre il terzo giorno antecedente alla data della votazione, devono far pervenire una dichiarazione attestante la propria volontà al sindaco del comune nelle cui liste elettorali sono iscritti. Anche la complessità di questa procedura spiega la bassissima affluenza alle consultazioni negli ultimi anni. "

art 27 09 2021Napoli, 27.09.2021TERMINATO IL PROGETTO DI ORIENTAMENTO E INSERIMENTO LAVORATIVO DESTINATO A DETENUTI DELLE CARCERI DI EBOLI E SANT’ANGELO DEI LOMBARDI, PROMOSSO DAL GARANTE REGIONALE DEI DETENUTI SAMUELE CIAMBRIELLO E REALIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO LA SOLIDARIETA’

 
Stamattina il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania Samuele Ciambriello si è recato in visita presso la Casa di Reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi in occasione della conclusione del Progetto “Orientamento e Inserimento lavorativo”, promosso suo Ufficio e realizzato anche nell’Istituto a custodia attenuata per tossicodipendenti di Eboli ( SA ) dall’Associazione di volontariato “La solidarietà”, che ha svolto attività di orientamento per l’inserimento lavorativo dei detenuti, e in un’ottica integrata gli operatori impiegati nelle attività hanno lavorato di concerto con le aree educative e le Direzioni degli istituiti al fine di raggiungere obiettivi comuni di inserimento lavorativo dei detenuti. Gli incontri hanno avuto l’obiettivo del riconoscimento delle possibili risorse da attivare per un futuro inserimento lavorativo “dopo il carcere..” A Sant’Angelo oggi sono presenti 140 detenuti, tante le attività lavorative, che quotidianamente vengono svolte dai detenuti, quali Tipografia, Sartoria, Carrozzeria officina meccanica, Tenimento Agricolo, Lavanderia esterna. Sono 70 i detenuti coinvolti nel lavoro gestito dall’Amministrazione penitenziaria, e 6 in Art. 21. All’ICATT di Eboli oggi sono presenti 45 detenuti, 13 dei quali impegnati nel lavoro gestito dall’Amministrazione penitenziari, che riguarda il lavoro intramoenia (addetti alle pulizie, mof e cuochi) e 1 in art. 21. “Uno dei pilastri del trattamento penitenziario è senz’alcun dubbio quello del lavoro. Tale questione è annosa anche per i numeri, nella nostra Regione l’accesso alle misure alternative per i detenuti si imbatte con un drammatico dato strutturale, connotato da una scarsità di lavoro, da un alto livello di disoccupazione e da poca offerta di lavoro per i detenuti diversamente liberi. È importante insistere sul valore dell’autoimpiego, sul mettere su delle attività artigianali attraverso cooperative o in proprio, sulla possibilità di intraprendere percorsi regionali, nazionali ed europei con Garanzie giovani o altri strumenti in campo”, così il Garante Samuele Ciambriello all’uscita del carcere di Sant’Angelo dei Lombardi .

21 09 2021 AirolaNapoli, 21.09.2021 IL GARANTE CIAMBRIELLO IN VISITA AL CARCERE MINORILE DI AIROLA PRESENTA IL PROGETTO “ASCOLTIAMOCI”, CHE SARA’ REALIZZATO CON UN’ EQUIPE MULTIDISCIPLINARE DELL’ASSOCIAZIONE “IL FARO”

 
Stamattina il Garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello è stato in visita presso l’Istituto penale per minorenni di Airola, per presentare una nuova progettualità finanziata dal suo ufficio, che sarà realizzata dall’Associazione “Il Faro”, attraverso un’equipe multidisciplinare che a cadenza bisettimanale per la durata di 10 mesi, effettuerà incontri individualizzati con i giovani ristretti. Per l’occasione il Garante ha offerto ai ragazzi un pranzo a base di pesce, ed è stata un’occasione per trascorrere qualche ora con loro. “Questi adolescenti a metà, pur scontando una pena, hanno bisogno di uno spazio di libertà e reinserimento sociale. Questo progetto vuole intendersi come un ponte tra il dentro e il fuori le mura dell’Istituto. Il carcere di Airola per questi giovani reclusi è un carcere aperto alla comunità locale, composta da artigiani, piccoli imprenditori che offrono la possibilità di lavoro e di inclusione sociali per questi detenuti”, così il Garante Ciambriello all’uscita dall’Istituto. Oggi ad Airola erano presenti 21 giovani adulti e 3 minorenni.

articolo 20 09 202117/09/2021 Istituto di custodia attenuata per detenute madri di Lauro (AV). Ciambriello: “Negli ultimi mesi in questo carcere sono nati 2 bambini, e a Dicembre nascerà il terzo. La maternità non si può conciliare con il carcere, per me è un ossimoro”

 
“Negli ultimi mesi due detenute di Lauro sono diventate mamme in carcere, la prima a Giugno ha partorito Alessio all’ospedale di Avellino, l’altra lunedì scorso ha partorito Alex all’ospedale di Nola. Entrambi i bambini stanno bene. Un’altra donna è incinta e a Dicembre diventerà mamma in carcere. Mi chiedo, un reato di furto, anche di 100 euro, può essere espiato in carcere o ci sono misure alternative? Io credo che quanto prima bisogna far uscire le mamme e i figli dalle carceri in strutture residenziali, e vorrei tanto che lo Stato e le Istituzioni si occupassero di queste mamme prima di entrare in carcere”, così Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania, all’uscita Dell’istituto a custodia attenuata per detenute madri di Lauro ( AV). La visita ha dato possibilità di incontrare singolarmente nei loro mini appartamenti le mamme con i figli, farsi raccontare i loro problemi. Per l’occasione sono stati regalati ai bambini materiale scolastico e vestiti. L’istituto, diretto dal dottor Paolo Pastena, che è anche Direttore del carcere di Avellino, oltre che con la cooperativa “Eco” per la quale 10 giovani con turni mattutini e pomeridiani svolgono il servizio civile, è impegnato in altri progetti trattamentali finanziati dall’amministrazione penitenziaria, quali “Mondo incantato” e “ Bambini in movimento” (che hanno lo scopo di tutelare e rafforzare la genitorialità prevedendo la partecipazione sia di mamme che di bambini). Ciambriello osserva: “In questo istituto la stragrande maggioranza di agenti, 24 su 34, sono di sesso maschile, e credo che sia opportuno che vi sia un rafforzamento di personale femminile, e inoltre che sia rafforzata la presenza costante di pediatra, ginecologo/a e psicologo/a” Nell’Istituto di Lauro ci sono 14 donne con 15 bambini, 3 dei quali frequentano l’asilo, 3 le scuole elementari, alcune mamme invece frequentano il corso di alfabetizzazione ed altre il biennio scuola superiore. Il Garante campano Ciambriello così conclude: “Mi auguro che quanto prima si arrivi alla riforma della legge 62/2011 (istitutiva degli ICAM) con primo firmatario il deputato napoletano Paolo Siani. Mi auguro altresì che, dopo il finanziamento messo in campo dal Governo per istituire case famiglia protette, la conferenza Stato - Regioni metta in campo al più presto standard minimi di accesso per la creazione di queste strutture e che in Campania siano almeno 2 visto che siamo la Regione con il più altro numero di detenute madri negli Icam. Sapere che per molte di queste donne i loro figli vengono vaccinati, vanno all’asilo e alle elementari solo quando entrano in carcere è un paradosso, e credo che occorrerebbe far qualcosa prima. È un ossimoro far vivere la maternità in carcere poiché la tutela degli affetti, l’educazione dei figli è incompatibile con il carcere”.

articolo img 16 09 202115/09/2021 Incontro di chiusura del progetto “Padri in pena” nel carcere di Secondigliano

 
Si è concluso oggi il progetto “Padri pena” presso la C.C. di Secondigliano tenutosi nel Reparto Mediterraneo, promosso dalla Fondazione Vincenzo Casillo realizzato dall’associazione Social ProJect nell’Istituto penitenziario di Secondigliano. Presente all’incontro, il Garante regionale delle persone private della libertà, Samuele Ciambriello, la presidente dell’associazione Simona D’Agostino, la direttrice Giulia Russo, la direttrice del reparto Gabriella Nicoli, la dottoressa Gabriella De Stefano oltre allo staff di operatori che hanno partecipato all’iniziativa avviata in aprile. In 15 i papà ristretti, che hanno potuto esprimere attraverso il metodo dell’autobiografia, le emozioni di quella che viene descritta da loro come una “genitorialità in pausa”. Con queste parole Simona D’Agostino descrive l’iniziativa: “è stata un'occasione di crescita umana e professionale. Il clima di fiducia reciproca, lontano da ogni tipo di pregiudizio, ha prodotto risultati tangibili in termini di ripensamento, di revisione della propria vita, seppur in carcere, di voglia di riprendersi il valore educativo che la propria figura genitoriale deve avere per la crescita dei figli”. Aggiunge il garante Ciambriello, che ha favorito la realizzazione dello stesso: “Nonostante il soddisfacimento dei bisogni relazionali degli individui, siano considerati elementi essenziali del diritto alla salute, diversamente da altri paesi d’Europa, L’Italia è ancora lontana dal garantire alle persone recluse il pieno esercizio della propria genitorialità e del diritto all’affettività’’. Le restrizioni dovute all’ingresso in carcere sia pre che post chiusure dovute al Covid, impongono, degli spazi non adeguati ad accogliere i bambini, limitando dunque, non solo la libertà fisica, ma incidono negativamente sulle relazioni personali familiari e intimo-affettive”, ne consegue pertanto un’clima di sofferenza che accompagna il detenuto e la prole.
 
 
 
 
 

085938308 e3a73e98 d9a1 4758 86e2 7238e0a9dcbb28/08/2021 Il garante dei detenuti della Campania: "Allarme Covid nelle carceri" - Ciambriello: "Il governo metta in campo dei provvedimenti"

 
Allarme Covid nelle carceri. La segnalazione arriva dal garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello che si dice preoccupato dopo la pubblicazione dei nuovi dati sul sito del Ministero della Giustizia.
In base ai dati pubblicati sono 70 (tra cui 15 nuovi giunti) i detenuti positivi sul totale di 52.199, mentre tra gli agenti i casi sono 108 su 36.939.  In Campania ad oggi i detenuti positivi al Covid- 19 sono 5 ( in 2 carceri), mentre gli agenti di polizia penitenziaria positivi al Covid - 19 sono 14 ( in 3 carceri)".
"Spero che il governo quanto prima metta in campo dei ristori, dei provvedimenti in favore dei detenuti - afferma Ciambriello -  utilizzando il principio alla base dell'art 35 ter dell'o.p. che stabilisce che  in condizioni di detenzione tali da violare l'articolo 3 della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali , vi sia la possibilità a titolo di risarcimento del danno, di una riduzione della pena detentiva ancora da espiare pari, nella durata, a un giorno per ogni dieci durante il quale il richiedente ha subito il pregiudizio. Allo stesso modo - continua il garante campano dei detenuti - si potrebbe riconoscere ai detenuti una riduzione di pena per le condizioni di detenzione vissute durante la pandemia, senza distinzione tra reati ostativi e non ostativi. In secondo luogo, invito gli agenti di Polizia Penitenziaria a sottoporsi al vaccino anti Covid,  poiché i dati sono terribilmente allarmanti in tutta Italia e soprattutto in Campania, dove non si è arrivati neanche al 50% dei vaccinati. Lo stesso invito è rivolto anche ai familiari dei detenuti, ai quali chiedo di continuare a rispettare le misure di prevenzione del contagio. Ciò che mi lascia preoccupato - conclude Samuele Ciambriello - è che tra i detenuti positivi al Covid-19, la stragrande maggioranza di essi, erano già stati vaccinati con doppia dose. Questo significa che il carcere, non è affatto un luogo sicuro, ma piuttosto è un luogo altamente a rischio."

24/08/2021 Una riflessione del Garante Regionale delle persone private della libertà personale pubblicata sul quotidiano Repubblica - Napoli

 
 
il dramma dimenticato
 
 
Amnesie e rimozioni sulle criticità presenti nelle carceri italiane. Polemiche diversive e depistaggi di Stato sui pestaggi subiti dai detenuti di santa Maria Capua Vetere. Al solito quando si parla di carcere, tutto risulta prevedibile e di parte. C'erano le denunce, comprese le mie, ma il Ministero e l'amministrazione penitenziaria hanno fatto finta di nulla. La stessa politica, cinica e pavida, ha pensato più al consenso che al senso e alla sua funzione. “Non può esserci giustizia dove c’è abuso.

Leggi tutto: 24/08/2021 Una riflessione del Garante Regionale delle persone private della libertà personale...

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