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COMUNICATO STAMPA

Visita del Garante campano Ciambriello all’I.P.M. di Airola

“Il diritto al lavoro fondamentale per l’inclusione sociale dei ristretti. No alla chiusura totale del carcere di Airola”

Oggi il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello si è recato in visita presso il Carcere Minorile di Airola dove attualmente si trovano 30 ristretti; ha visitato la sezione art 21 dove ci sono 8 minori che escono dall’IPM per svolgere lavoro all’esterno, successivamente il Garante ha incontrato gli altri detenuti, alcuni dei quali erano impegnati nell’ attività di cura dell’Orto sociale, promosso dalla Cooperativa sociale ICare.

Insieme alla responsabile dell’area educativa Cinzia Comune ed al Comandante Alessandra Iandiorio il Garante campano si è trattenuto a pranzo con i ragazzi.

“Sul carcere minorile di Airola spesso leggo delle notizie non vere: ho potuto notare che i lavori di ristrutturazione sia per gli spazi interni ed esterni dell’Istituto per cui sono stati stanziati 15 milioni di euro, vengono strumentalizzati per far chiudere definitivamente l’istituto penale di Airola e mi chiedo dove andrebbero gli agenti, gli amministrativi, i ragazzi, gli educatori? Io mi auguro che pur facendo i lavori di ristrutturazione, la sezione dedicata ai ristretti in articolo 21 , dei semiliberi non venga chiusa e che questi lavori vengano effettuati gradualmente, una sezione alla volta, senza chiudere totalmente l’istituto altrimenti si ci sarebbe la deportazione dei detenuti e dei detenenti. Mi fa piacere sapere che 8 minori in art. 21 escono dall’Istituto per svolgere attività lavorative tra gli artigiani di Airola, purtroppo svolgono queste attività gratuitamente! Mi auguro che ci siano occasioni di lavoro retribuito perché il diritto al lavoro, con una retribuzione anche dignitosa, aiuta ad un reinserimento sociale dei ragazzi i quali posso usufruire del denaro guadagnato per l’acquisto dei beni all’interno del carcere, per la spesa settimanale, ma soprattutto perché un lavoro retribuito è un riconoscimento sociale. Il lato positivo è che questi ragazzi vengono accolti dalla comunità civile di Airola. Questi adolescenti a metà, gradualmente inseriti sia in attività interna che esterna al carcere, devono recuperare anche il senso di responsabilità spesso pensano che tutto gli sia dovuto e a questo fa da contrappeso che nel mondo esterno, nella così detta società civile, si  pensa che anche per questi ragazzi, adolescenti a metà, devono essere gettate le chiavi, sono entrambi atteggiamenti negativi”.  Così il Garante campano Samuele Ciambriello all’uscita del carcere di Airola.

 

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COMUNICATO STAMPA

Giornata particolare oggi nell’istituto per detenute madri a Lauro

Il Garante Ciambriello: “mai più bambini in carcere”

Una giornata particolare, in un luogo particolare: l’ICAM di Lauro dove si trovano attualmente 9 detenute madri con i loro 10 figli. 

Promossa dal Garante campano dei detenuti, il professore Samuele Ciambriello, una giornata di festa iniziata in mattinata con l’accoglienza della Direttrice Concetta Felaco proseguita con l’ascolto delle storie di tutte le ragazze e con la preparazione di un pranzo a base di pesce offerto dallo staff del garante e dal Garante, concluso poi con dolci. 

“È tempo di passare dalle parole ai fatti! Ogni volta che entro in questo Istituto, prendo atto che i minori che vivono con le proprie madri, in Istituti a carcerazione attenuata, sono minati nel loro benessere complessivo, vengono allevati bambini sempre più fragili e vulnerabili. Una situazione di intollerabile vergogna a cui va rapidamente posta fine! In Italia complessivamente sono 23 i figli al seguito di 21 madri presenti negli ICAM. Mi chiedo che senso ha tenere in carcere una donna accusata di furto e farle scontare ancora l’ultimo anno in carcere? È possibile che in Campania non ci siano strutture che accolgano almeno un paio di queste donne madri che hanno un fine pena di appena due anni? È un appello il mio!” 

Così il Garante campano Ciambriello dichiara all’uscita del carcere di Lauro.

Il Garante campano, fa poi un ultimo appello alla politica e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria: “Manca un insieme dettagliato di norme e standard idonei a soddisfare le esigenze delle donne detenute; le specificità penitenziarie richiedono attenzione su tanti livelli, compresi quelli organizzativi, formativi e strutturali. Ci vuole infine una legge che decreti chiaramente: mai più bambini in carcere!”

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1683022364659COMUNICATO STAMPA del 02/05/2023

 

FARE LA DIFFERENZA: DONNE, MADRI E CARCERE. QUALI ALTERNATIVE?

 
Viaggio nella detenzione al femminile: mostre, dibattiti, visite nelle carceri (dal 3 maggio al 15 maggio)
 
Il primo rapporto sulle donne detenute in Italia dichiara 2.392 le donne presenti negli Istituti penitenziari italiani al 31 gennaio 2023, di cui 15 madri con 17 figli al seguito. In Campania ci sono 333 donne detenute di cui 11 con 13 figli presenti nell'Istituto per detenute madri di Lauro (AV).
Viaggio nella detenzione al femminile: mostre, dibattiti, visite nelle carceri (dal 3 maggio al 14 maggio), promosso dal Garante campano delle persone private della libertà personale. Il primo appuntamento è Mercoledì 3 maggio ore 10.30 per l’inaugurazione presso il Consiglio regionale della Campania (isola F 13 centro direzionale di Napoli) della mostra fotografica "Senza Colpe" di Anna Catalano, che racconta la vita che i bambini in Italia vivono con le proprie madri negli Istituti a carcerazione attenuata per madri-ICAM. Inaugurano la mostra il Presidente del Consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero, il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello, il pediatra Paolo Siani e la curatrice della mostra Anna Catalano.
Il Garante Ciambriello ha dichiarato: "Con queste iniziative vogliamo far conoscere l'universo carcerario al femminile, le storie, le criticità, le buone prassi nelle sezioni femminili e la possibilità che non ci siano più bambini in carcere. Una serie di atteggiamenti sta rilanciando lo stigma della ‘cattiva madre’ che poggia sull’archetipo patriarcale della donna ‘doppiamente colpevole’: infrangendo la legge, queste donne hanno ‘tradito’ la ‘natura femminile’, sono venute meno alla ‘missione’ di madre."
La mostra resterà aperta al pubblico dal 3 al 15 maggio ogni mattina, eccetto i festivi e i prefestivi.
 

 

Relazione secondo semestre 2022

 

 

Relazione primo semestre 2022

 

 

INVITO PRESENTAZIONE SECONDA RELAZIONE SEMESTRALE ANNO 2022

 

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Visita del Garante Campano dei detenuti al carcere minorile di Airola
 
Napoli, 08/04/2023 - In mattinata il Garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittive della libertà, Samuele Ciambriello, è stato in visita all’Istituto Penale per minorenni di Airola portando in dono pastiere e dolci tipici della festività pasquale.
Ha incontrato 22 ospiti, altri ragazzi erano in permesso.
Così ha dichiarato il Garante all’uscita dall’Ipm: “Gli istituti penali per minorenni, compreso Airola, vivono una precarietà e lo Stato deve garantire un futuro per questi ragazzi a metà, un futuro da cittadini che si devono nutrire non di pane e illegalità ma di diritti e responsabilità, doveri e felicità. Il carcere minorile di Airola presenta una struttura fatiscente, dove continua a mancare l’acqua calda e il riscaldamento, alcuni locali non sono idonei,non è l’ideale per vivere in modo accogliente.
Nell’IPM di Airola sono previsti, in pianta stabile, 40 agenti penitenziari, un folto numero di educatori e una psicologa. Mancano con presenza costante sia i mediatori linguistici che uno psichiatra, mancano anche pedagogisti che seguono all’esterno i giovani lavoranti."
 

IMG 20230406 WA0027COMUNICATO STAMPA


Pranzo pasquale presso l’Istituto a Custodia Attenuata per detenute madri di Lauro.
 
Napoli, 07/04/2023 - Il Garante Ciambriello: “Madri e detenute è un ossimoro, una contraddizione”
“Dobbiamo tutelare i bambini che durante l’età infantile - fase decisiva per il loro sviluppo psicofisico - sono costretti a vivere in un carcere.
I minori incontrati oggi, insieme alle loro mamme, presso l’Istituto a Custodia Attenuata per detenute madri di Lauro, potrebbero sviluppare diverse difficoltà, tra le quali, la gestione delle emozioni, un senso di inadeguatezza e forma di aggressività dovute alla permanenza in un luogo chiuso, alla mancanza di attività ludiche e ricreative, all’assenza di stimoli, nonché allo scarso sviluppo di relazioni interpersonali”, così dichiara Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, all’uscita dal carcere situato in provincia di Avellino.
Nell’ICAM, che ospita 10 donne e 11 bambini, si è tenuto quest’oggi il pranzo pasquale nella festività del giovedì santo organizzato dal Garante.
Il menù prevedeva un antipasto composto da casatiello, salumi, formaggi, pizza di scarole, gnocchi alla sorrentina e per finire pastiera, graffe e le uova di cioccolato per regalare un sorriso ai bambini.
Erano presenti, oltre alle volontarie e allo Staff del Garante, anche il consigliere regionale della Campania Diego Venanzoni.
In tutta Italia sono 24 i bambini costretti a trascorrere la loro vita in Istituto penitenziario insieme alle madri detenute.
Infine, Ciambriello avanza una richiesta alle Istituzioni: “Questo Istituto ha bisogno di un pediatra a tempo pieno, di un incremento del personale e di agenti di polizia penitenziaria donne, nonché di promuovere attività ludiche per i bambini all’esterno del carcere”.
La direttrice dell’ICAM di Lauro, Concetta Felaco, ha dichiarato: “Rivolgo un vivo apprezzamento all’iniziativa promossa dal Garante Regionale, sempre attento e vicino ai bisogni di una realtà particolare come quella dell’ICAM di Lauro. La presenza dei bambini in tenera età che condividono la situazione penitenziaria della propria madre è senza dubbio uno degli aspetti più complessi e difficili di questa peculiare forma di gestione che deve focalizzarsi sulla prioritaria necessità di salvaguardare il loro benessere psicologico. Bisognerebbe, altresì, focalizzarsi sulle loro esigenze di crescita e formazione, in un contesto che si cerca di rendere il più confortevole e con il minor impatto possibile con la realtà del carcere”.
 

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